Parma, 3° anniversario esondazione. Convegno e open day su Cassa del Baganza e interventi di difesa

Ritratto di draipo
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Ott
13
2017

13/10/2017 - SICUREZZA IDRAULICA DALLE PIENE DEL BAGANZA, PRESENTATI I PROGETTI E LE OPERE REALIZZATE
Si è tenuto stamattina a Parma un convegno nel terzo anniversario dell’esondazione del Baganza. Oggi e domani “open day” sui progetti e apertura al pubblico della cassa di espansione del torrente Parma

La difesa idraulica della città e di Colorno, insieme agli interventi per la sicurezza della parte montana e collinare dell’asta del Baganza sono stati al centro del convegno tenutosi stamattina a Parma, che ha aperto una “due giorni” dedicata ai progetti e alle opere effettuate per la salvaguardia dalle esondazioni. Una due giorni - a tre anni dall’esondazione del Baganza a Parma - intitolata “La sicurezza dalle piene nel nodo idraulico Parma e Colorno” , promossa da AIPo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma e Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, che proseguirà nel pomeriggio di oggi e nella mattinata di domani al Centro giovani del quartiere Montanara (uno dei quartieri alluvionati nel 2014) con un “open day” rivolto alla cittadinanza. Domattina, inoltre, sarà aperta al pubblico la cassa di espansione del torrente Parma, a Marano. Ad aprire e concludere i lavori del convegno è stata l’Assessore regionale alla difesa del suolo e protezione civile Paola Gazzolo. “Grazie a un grande lavoro di squadra, che ha coinvolto il Governo, la Regione, i Comuni e il territorio e all’impegno dei tecnici, siamo riusciti – ha detto l’Assessore - a portare avanti secondo i tempi stabiliti il progetto della cassa del Baganza, opera che proteggerà Parma e Colorno. Nel contempo, siamo impegnati per interventi e progetti anche sulla parte di monte del Baganza, perché è giusto che a tutti sia garantito il massimo livello possibile di sicurezza dalle piene”. Il Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, ha ricordato le condizioni drammatiche in cui si trovò Parma il 13 ottobre 2014, con strade ed edifici pubblici e privati invasi da acqua e fango e ha espresso la sua soddisfazione per lo stato di avanzamento del progetto della cassa di espansione del Baganza. Il segretario generale dell’Autorità di Bacino, Meuccio Berselli, ha richiamato la pianificazione generale che sottende agli interventi di difesa idraulica e rilanciato la proposta di un “contratto di fiume” per il bacino di Parma e Baganza che consideri nel loro complesso non solo gli aspetti idraulici, ma anche quelli ambientali, paesaggistici e culturali. Il direttore di AIPo, Bruno Mioni, ha esordito ricordando che il 13 ottobre 2014 la cassa di espansione del torrente Parma (attiva dal 2005) ha evitato che la piena di questo corso d’acqua, sommandosi a quella del Baganza, allagasse tutto il centro storico della città. Una struttura, quindi, che era entrata in funzione già in altre occasioni ma che in quella circostanza ha dimostrato tutta la sua decisiva importanza. Ma già la programmazione degli anni ’60 e ’70 prevedeva una seconda cassa sul Baganza e in questi mesi si è arrivati al progetto definitivo di questa opera fondamentale: un progetto che oltre a corrispondere agli obiettivi di sicurezza idraulica, ha visto da parte dei tecnici un grande sforzo per tener conto di tutte le caratteristiche morfologiche ed ambientali del territorio in cui si inserisce. Francesco Capuano, dirigente dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e protezione civile, ha illustrato gli interventi già realizzati lungo il Baganza nel tratto urbano di Parma – tra cui la risezionatura dell’alveo, la sistemazione e rafforzamento delle arginature, l’apertura di un’arcata del Ponte dei Carrettieri (o Ponte Nuovo) che era ostruita - sia quelli effettuati e programmati nel tratto montano. Nel pomeriggio di oggi (15-18,30) e nella mattinata di domani (sabato 14 ottobre – dalle 9,30 alle 13) al Centro giovani Montanara, saranno visionabili filmati e materiali sul progetto della cassa di espansione del Baganza e altri interventi: i tecnici saranno a disposizione dei cittadini. Domani mattina, inoltre, dalle 10 alle 13 sarà aperta al pubblico la cassa di espansione del torrente Parma: il personale AIPo (ente gestore dell’impianto) spiegherà ai visitatori il funzionamento dell’opera idraulica.

Scheda: il progetto di cassa di espansione del Baganza Dati tecnici sommari

Il nodo idraulico di Parma-Colorno è uno dei 5 nodi idraulici critici e complessi riconosciuti dalla pianificazione di bacino in Emilia-Romagna. La cassa di espansione del Baganza è un’opera essenziale per elevare in modo decisivo il livello della sicurezza idraulica della città di Parma e di Colorno. Sicurezza che già è stata garantita in questi anni per le piene del torrente Parma, grazie alla cassa di espansione di Marano, attiva dal 2005, ma che ancora non è stabilita per le piene del torrente Baganza, come purtroppo dimostrato dall’esondazione del 13 ottobre 2014. L’opera sarà realizzata nell’area tecnicamente più idonea per le finalità stabilite, cioè limitare gli effetti delle piene, soprattutto di grandi dimensioni (duecentennale), evitando esondazioni a Parma e Colorno. L’area, per totali 860 mila metri quadrati, interessa prevalentemente il comune di Parma e i territori dei comuni di Collecchio, Sala Baganza e Felino. Potrà contenere circa 4,7 milioni di metri cubi di acqua e garantirà un elevato grado di sicurezza ai centri urbani di Parma e di Colorno anche a fronte di una piena eccezionale. Sarà composta di due invasi e saranno presenti tre soglie in calcestruzzo per consentirne la regolazione idraulica. La prima soglia (“diga”) sarà dotata di paratoie per regolare la portata in uscita dal corso d’acqua; la seconda collegherà i due comparti; la terza permetterà lo svuotamento della cassa. Questo tipo di cassa di espansione - detta “in linea” - ha il vantaggio di poter consentire una regolazione della portata in uscita tramite manovre sulle paratoie, così come già avviene per la cassa del torrente Parma. La possibilità di coordinare il funzionamento delle due casse in caso di piena simultanea di Parma e Baganza è un ulteriore e importantissimo elemento di sicurezza. Nel pieno della sua capacità, la cassa presenterà uno specchio d’acqua di 68 ettari (44 ettari il primo comparto e 24 ettari il secondo); le arginature avranno una lunghezza complessiva di 3,3 chilometri e un’altezza da un minimo di 1 a monte un massimo di 16 metri a valle. Quando non ci sono piene che richiedano la chiusura parziale o totale delle paratoie– cioè per la maggior parte del tempo - queste rimangono completamente aperte e l’acqua scorre liberamente, senza alcun ostacolo: ciò avviene attualmente per il Parma e avverrà allo stesso modo per il Baganza. Il progetto è stato redatto, su incarico di AIPo, da un pool molto ampio e diversificato di professionisti, con un elevato livello di approfondimento di tutti gli aspetti inerenti l’inserimento dell’opera nel territorio: idrologico, idraulico, morfologico, ambientale, rapporto con le falde acquifere, archeologico, paesaggistico e molti altri. Il progetto è stato oggetto di confronti con enti, istituzioni, portatori di interesse ed è stato sottoposto a rigorose analisi da tutti i soggetti interessati, partecipi alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). L’opera sarà tenuta in costante manutenzione e deve risultare in perfetta efficienza ottemperando alle prescrizioni del Ministero delle infrastrutture – Direzione dighe.

Percorso progettuale

L’opera è stata inserita – per un importo di 55 milioni di euro – tra gli interventi del Piano nazionale sul dissesto idrogeologico quale intervento determinante e improrogabile per la messa in sicurezza di vaste aree urbanizzate e densamente infrastrutturate (DPCM 15 settembre 2015). Dopo aver elaborato il progetto preliminare, presentato nella primavera 2015, AIPo ha quindi avviato sul Progetto stesso un percorso partecipato con le diverse amministrazioni – tra cui Provincia di Parma, Comuni di Parma, Felino, Sala Baganza, Collecchio - e i portatori di interesse; dal confronto sono emersi approfondimenti ed elementi migliorativi. E’ stato quindi redatto il progetto definitivo (concluso nel dicembre 2016), sottoposto a procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) presieduta dalla Regione Emilia-Romagna, apertasi nel febbraio 2017 e conclusasi il 29 settembre scorso; l’esito della VIA dovrà ora essere approvato dalla Giunta regionale. Entro il 2018, sulla base della conferma dei finanziamenti, si prevede la progettazione esecutiva e l’appalto dei lavori, la cui durata di esecuzione è stimata in 4 anni. Le caratteristiche del progetto sono state illustrate in diverse occasioni pubbliche e, in generale, a tutti coloro che hanno posto quesiti o chiesto chiarimenti.