Il punto sulla sicurezza idraulica a Parma in un incontro in città

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Set
22
2016

IL PUNTO SULLA SICUREZZA IDRAULICA A PARMA IN UN INCONTRO IN CITTÀ

A quasi 150 anni dalla disastrosa alluvione del 21 settembre 1868 ad opera delle acque del Torrente Parma che, dopo aver fatto breccia nel muro di Vicolo S. Caterina provocò ben 18 vittime con oltre due metri d’acqua per le strade dell’Oltretorrente, l‘incontro conviviale del Rotary club Parma, svoltosi ieri, 21 settembre, è stata l’occasione per fare il punto della situazione sulla “protezione idraulica” della nostra città.

Ospiti e relatori l’ing. Bruno Mioni, Direttore di AIPo e l’ing. Marco Belicchi di Studio Majone Ingegneri Associati che, unitamente ad altri studi professionali, sta elaborando il progetto definitivo della cassa di espansione del T. Baganza.

Ricordando l’origine della “difesa del suolo” in Italia ad opera della “Commissione De Marchi” nei primi anni ’70 del secolo scorso, a seguito degli eventi alluvionali del 1966 che colpirono Firenze ma anche tutto il nord-est, si è entrati nel vivo del nostro contesto locale costituito dal “nodo idraulico Parma-Baganza-Colorno”, che da un lato vede la presenza confortante della cassa di espansione sul T. Parma ultimata nell’autunno 2005 e dall’altro vede ancora elementi di criticità dovuti alla mancanza della cassa di espansione sul T. Baganza sia per il tratto cittadino del T. Parma sia in corrispondenza dell’abitato di Colorno per le caratteristiche dell’alveo che per la vicinanza della confluenza in Po.

Si è partiti quindi dalla descrizione delle caratteristiche della cassa di espansione sul T. Parma che, con i suoi 10 milioni di metri cubi di invaso disponibili, ha già ripetutamente dimostrato nei fatti, in particolare in occasione dell’evento del 13 ottobre 2014 la propria utilità: infatti, grazie anche alle sapienti manovre dei tecnici AIPo sulle tre paratoie di regolazione, la portata in ingresso di quasi 900 mc/s è stata ridotta drasticamente a poco più di 100 mc/s per lasciare spazio alla concomitante piena devastante sul Baganza. Senza tale utilizzo il tratto cittadino di alveo del Parma non sarebbe stato in grado di convogliare le acque impetuose all’interno dei muri di sponda; invece, l’esondazione del T. Baganza ha evidenziato in tutta la sua drammaticità cosa significa per un territorio come il nostro densamente abitato subire un evento di piena molto intenso (che si verifica mediamente ogni 200 anni) senza una cassa di espansione a monte in grado di “moderare” le piene più intense del corso d’acqua.

Se la cassa sul Parma è già una certezza, quella sul Baganza è ancora in fase di progettazione definitiva a cura di un raggruppamento di professionisti guidati dalla società di ingegneria Majone&Partners con sede in Milano e Parma. La progettazione sta sviluppando con maggior dettaglio gli obiettivi progettuali già delineati nel progetto preliminare del marzo 2015, che AIPo, Regione Emilia-Romagna ed Autorità di Bacino sono riusciti ad inserire nel “Piano nazionale – città metropolitane” del progetto nazionale contro il dissesto idrogeologico “#italiasicura”, con un finanziamento complessivo di 55 milioni di euro. Il progetto preliminare prevede la realizzazione a Casale di Felino di un invaso simile a quello sul Parma delimitato da arginature perimetrali e da un manufatto limitatore, con un volume utile di 4,7 milioni di metri cubi, in grado di moderare le piene duecentennali da oltre 800 mc/s a ca. 400 mc/s. La progettazione definitiva tutt’ora in corso, sulla base dei numerosi approfondimenti svolti, sta valutando tutti quegli elementi di miglioramento in grado di ottimizzare l’opera dal punto di vista ambientale sia in fase costruttiva (limitando i volumi di scavo) ma anche ad opere ultimate riducendo al minimo gli impatti (riducendo le profondità di scavo). Va ricordato, infine, come l’attività progettuale voluta da AIPo, dando riscontro al percorso partecipativo avvenuto nell’autunno scorso con i diversi stakeholder, non riguardi unicamente la cassa di espansione ma anche l’analisi idraulica dell’intera asta fluviale del Baganza a valle di Calestano al fine d’individuare le azioni complementari alla riduzione del rischio idraulico. Così come è stata posta la necessaria attenzione alla valutazione preliminare dello stato di salute delle arginature a valle della città di Parma fino a Colorno, che avranno il compito di contenere le onde di piena “laminate” dalle casse di espansione: in poche parole livelli idrici più bassi rispetto a quelli delle piene naturali (senza casse di espansione) ma che permangono per un tempo maggiore all’interno dell’alveo.

22/09/2016