Proseguono alla cassa i lavori per l’aumento della sicurezza idraulica del territorio. Consegnato al Parco il piano di ripristino delle aree che non prevedevano tagli. Al via gli interventi di compensazione ambientale previsti nel progetto.
In merito ai lavori in corso presso la cassa di espansione del Secchia, AIPo fornisce alcune informazioni di aggiornamento.
Adeguamento dell’altezza e della sagomatura degli argini, aumento della capacità di invaso della cassa a beneficio della sicurezza idraulica del territorio; utilizzo dell’invaso a scopi irrigui in caso di necessità; ampie e importanti opere di compensazione ambientale: queste le principali caratteristiche dei lavori in corso alla cassa di espansione del fiume Secchia, al confine tra le province di Modena e Reggio, finanziati anche con fondi Pnrr-Next Generation Eu, per un importo di 27 milioni di euro e approvati con due procedure di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) che hanno coinvolto, oltre ad AIPo, tutti i soggetti pubblici interessati. Il prossimo step sarà la realizzazione di diaframmi all’interno degli argini, che saranno realizzati una volta concluse le operazioni di bonifica bellica in corso, eseguite in ottemperanza alla legislazione vigente.
Un intervento che, in considerazione dei fenomeni estremi sempre più frequenti anche a causa del cambiamento climatico, si rivela quanto mai essenziale a difesa del territorio nella sua complessità, delle comunità insediate e delle attività economiche.
Come già illustrato in precedenza, è stata indispensabile la rimozione dei notevoli accumuli terrosi nelle aree di deposito a monte del manufatto di sbarramento principale (la “diga”) - che verranno riutilizzati per il rafforzamento e il rialzo delle arginature della cassa - e la conseguente riduzione della vegetazione presente, alla quale corrisponderà un’adeguata compensazione ambientale – con ripiantumazioni, realizzazione di aree umide e altro - sulla base del progetto adottato e condiviso tra gli enti.
Per quanto riguarda l’area che è stata interessata in agosto da ulteriori interventi di taglio, da parte della ditta incaricata, non previsti nel progetto, AIPo ha provveduto a consegnare all’Ente Parco un dettagliato progetto di ripristino, sul quale dovrà esprimersi il Parco stesso.
Le compensazioni ambientali previste
Poiché le aree di intervento si trovano all’interno della Riserva naturale Regionale nonché Sito della Rete Natura 2000 (ZSC-ZPS - Casse di espansione del Secchia), sono previste opere di compensazione concordate con l’Ente per i Parchi e la Biodiversità Emilia Centrale, gestore dell’Area protetta, il Servizio Parchi della Regione ed il Ministero dell’Ambiente. Nell’ambito del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale, è stato anche concordato l’ampliamento delle zone protette per quasi 200 ettari.
La gara per l’affidamento dei lavori di compensazione ambientale collegati agli interventi sugli argini è stata conclusa lunedì 4 novembre 2024 e si sta procedendo per avviare gli interventi nel corso del periodo autunnale, idoneo a garantire l’attecchimento delle essenze da piantare.
Più nel dettaglio, il progetto prevede la realizzazione, attraverso uno specifico piano di rinaturazione, in terreno demaniale immediatamente a sud del ponte sulla Via Emilia, di 29,7 ettari di habitat di cui 24,5 ettari di salici e pioppo ( “Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba”) e 5,2 ettari di ontano e frassino (“Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior”). Risulta quindi aumentata la superficie del Sito Rete Natura 2000, passando dai precedenti 276 ettari a 475 ettari; tra rinaturazione e aumento superficie del Sito vengono verranno acquisiti nuovi 101,7 ettari di habitat. Verranno ricreati a monte del nuovo sbarramento 5 nuovi isolotti sui quali saranno messi a dimora 2.600 arbusti di specie autoctone. Saranno posati 6 gruppi (ciascuno di 4 unità) di elementi artificiali di isolotti galleggianti atti a fornire punti di posa e nidificazione di Caradriformi e Sterne (specie di uccelli acquatici); saranno poste ceppaie sui fondali da 10 unità per ogni nucleo (con complessivi 20 nuclei), allo scopo di diversificare i fondali e atti a costituire habitat sommersi per le specie ittiche presenti.