Al via ai lavori per la cassa di espansione del torrente Baganza. L'evento ufficiale del 13 ottobre pomeriggio, con Bonaccini e Priolo

Ritratto di scampanini
Categoria: 
Ott
13
2021

 

Cassa di espansione del Baganza (Pr), via al maxi-cantiere da 68 milioni di euro per la sicurezza di Parma e Colorno. Bonaccini-Priolo: “Oggi parte il più grande cantiere previsto in Emilia-Romagna, frutto di un grande lavoro di squadra”

Più di quattro anni di lavori per un invaso che potrà accogliere fino a 4 milioni 700 mila metri cubi di acqua, su un’area di quasi 9 ettari. L’avvio dei lavori a sette anni esatti dall’alluvione di Parma

Cassa del Baganza, si parte. Questa mattina ha preso il via il maxi-cantiere che porterà a creare un invaso capace di ospitare fino a 4 milioni e 700 mila metri cubi d’acqua, per la sicurezza di Parma e Colorno e dell’intero nodo idraulico ducale. 

Una data, quella di avvio dei lavori, non casuale. Cade infatti a sette anni esatti dalla tragica alluvione del 2014, quando il torrente Baganza esondò in seguito a forti piogge, riempendo tra l’altro di acqua e fango diverse strade e quartieri della zona sud-ovest della città capoluogo. 

I lavori, che dureranno salvo imprevisti quattro anni e mezzo, hanno come obiettivo la messa in sicurezza del nodo idraulico della città di Parma, in cui i torrenti Parma e Baganza confluiscono, oltre al miglioramento della difesa dalle piene a valle del capoluogo e nell'abitato di Colorno.

Oggi pomeriggio la cerimonia di inizio cantiere alla presenza, tra gli altri, del Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dell’assessora Ambiente e Protezione civile e Presidente comitato di indirizzo dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po, Irene Priolo, e dal Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. Insieme a loro Angelica Catalano, per il Ministero Infrastrutture e Mobilità Sostenibili (Direttore generale dighe e infrastrutture idriche) e i rappresentanti delle istituzioni  locali: il Prefetto di Parma, Antonio Lucio Garufi, il Vicepresidente della Provincia di Parma, Giuseppe Delsante, il Rettore dell’Università di Parma, Paolo Andrei. Sono inoltre intervenuti Meuccio Berselli (Segretario generale Autorità di bacino distrettuale del fiume Po), Luigi Mille (direttore AIPo) e Mirella Vergnani (AIPo, Responsabile Unico del Procedimento – dirigente direzione idrografica Emilia occidentale). 

“Oggi è una giornata importante per il parmense e l’intera Emilia-Romagna- afferma il presidente Bonaccini-. Con l’avvio del cantiere della Cassa del Baganza onoriamo un impegno preso con il territorio quando l’alluvione mise a rischio Parma, i suoi abitanti e le loro case. Da quel giorno il nostro lavoro è proseguito senza sosta per mettere a punto un’opera idraulica tra le più importanti realizzate nell’ultimo decennio, per risorse impiegate e portata”.

“Il progetto che prende vita oggi- prosegue il presidente- è merito di un confronto e uno studio collettivo che ha coinvolto, nelle sue diverse fasi, cittadini, istituzioni, professionisti, che ringrazio tutti. È un nuovo fondamentale tassello del percorso che la Regione sta intraprendendo per mettere in sicurezza tutto il territorio con infrastrutture moderne e adeguate. Cura, manutenzione, prevenzione del dissesto idrogeologico sono infatti le leve sulle quali dobbiamo agire per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, in Emilia-Romagna e nell’intero Paese. Da questo punto di vista- chiude- il piano di investimenti del PNRR deve essere un’occasione da non sprecare”.

“Mi piace che a parlare siano i fatti- aggiunge l’assessore regionale alla Difesa del suolo e presidente del Comitato di indirizzo Aipo, Irene Priolo-. Nel rispetto dei tempi annunciati, muove i primi passi un cantiere strategico in termini di sicurezza idraulica a cui la Regione, con Aipo e i Comuni, lavorano dal giorno successivo all’emergenza, sia per definire il progetto dell’intervento sia per costruire il quadro dei finanziamenti, per nulla scontato”.

“La Cassa è un’opera da 68 milioni di euro, fondamentale per la sicurezza dell’intero nodo idraulico di Parma-Colorno- chiude l’assessore-. È l’investimento in sicurezza idraulica più importante in corso in Emilia-Romagna e il più importante almeno dell’ultimo decennio, frutto di un poderoso lavoro di squadra delle Istituzioni e di altissime professionalità che ringrazio per l’impegno messo in campo”.

“Sette anni fa Parma ha vissuto una tragedia la cui ferita e il ricordo sono ancora dentro di noi- sottolinea Pizzarotti-. Da allora abbiamo lavorato costantemente per riportare sicurezza e tranquillità ai quartieri colpiti e a tutta Parma. A sette anni esatti dall’esondazione, nel mese in cui la città ha vissuto uno dei momenti più drammatici della sua storia recente, inizieremo a dare vita alla cassa di espansione, che garantirà la giusta sicurezza a tutti i parmigiani, era una promessa e l’abbiamo mantenuta”.

“È frutto di un lavoro corale delle istituzioni: quando Parma è unita vince sempre le sue battaglie-chiude il sindaco-. Ora si parte, ed entro cinque anni avremo finalmente la nostra cassa di espansione”. 

A curare i lavori è l’Associazione temporanea d’impresa (Ati) “Strabag – Costruzioni Edili Baraldini Quirino”, che si è aggiudicata la maxi-gara europea scaduta nel mese di luglio. Il costo complessivo dell’opera, considerando anche espropri, studi, progettazioni, verifiche ammonta a circa 79 milioni. (FONTE: Agenzia di stampa Regione Emilia-Romagna).

Gli interventi del Direttore AIPo, del Prefetto, del Ministero, del Rettore, della Provincia e dell'Autorità di bacino

Il direttore di AIPo, Luigi Mille, ha ricordato l’impegno della struttura AIPo per giungere a questo momento fondamentale nei tempi previsti: “E’ doveroso un ringraziamento a tutti coloro che si sono spesi per questo risultato. Oggi non è solo una bellissima cerimonia, i lavori sono davvero iniziati. Abbiamo lavorato in modo molto intenso per arrivare all’avvio di un’opera così attesa dalla popolazione di Parma e anche degli altri centri abitati a nord della città”.

Il Prefetto di Parma, Antonio Lucio Garufi,  ha voluto ricordare i volti ancora angosciati  dei cittadini che avevano vissuto il dramma dell’alluvione del 2014: “allora non ero a Parma, ma arrivando qui ho compreso quanto  fosse stata terribile quell’esperienza per la città. Oggi è quindi una bella giornata perché le istituzioni, tutte assieme, danno una risposta concreta al legittimo desiderio di sicurezza della cittadinanza”.

Angelica Catalano, Direttore generale per le dighe e le infrastrutture idriche del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, ha evidenziato la collaborazione molto proficua che si è sviluppata tra Direzione centrale dighe e AIPo, oltre che con la Regione e le altre istituzioni, e il ruolo di supporto scientifico  svolto dall’Università. “In questo momento la cassa del Baganza è l’unica grande opera riguardante una diga che sta partendo in Italia.  Le casse di espansione e le relative dighe, che ne costituiscono una parte fondamentale, sono opere molto particolari, che richiedono una regolamentazione specifica: infatti gli invasi restano vuoti per la maggior parte del tempo ma poi si riempiono improvvisamente in caso di piena e quando ciò succede tutto deve funzionare alla perfezione. E’ importante comprendere che per garantire la prevenzione dalle alluvioni occorrono interventi non strutturali ma anche opere strutturali come questa”.

Il Rettore dell’Università di Parma, Paolo Andrei ha sottolineato l’apporto dato da lDipartimento di Ingegneria e architettura, che ha curato su incarico di AIPo (gruppo coordinato dal prof. Paolo Mignosa) la realizzazione del modello fisico in scala della ccassa nel laboratorio AIPo di Boretto. “Un esempio di collaborazione in cui l’università, oltre alla didattica e alla ricerca, si mette a servizio del territorio. Inoltre, questo cantiere diventa una interessantissima opportunità per docenti e studenti di capire dal vivo come nasce un’opera idraulica di questa importanza e dimensioni”.

Giuseppe Delsante, vicepresidente della Provincia di Parma, ha espresso la soddisfazione dell’Amministrazione per un’opera che serve a un vasto territorio, che comprende certamente la città di Parma ma che arriva fino a Colorno, dove sorge il maestoso complesso della Reggia ducale: “un monumento che è di proprietà della Provincia – ha detto – e che è stato pesantemente colpito dall’alluvione di Colorno del 2017. Questa opera è indispensabile per rendere molto più improbabili eventi del genere”.

Per Meuccio Berselli, Segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, “l’ubicazione della cassa di espansione in questa area è stata da tempo studiata nei dettagli e dunque rappresenta una scelta dettata da ragioni tecnico-scientifiche obiettive. Sette anni per progettare e appaltare un’opera di questa rilevanza possono sembrare tanti, ma in realtà erano necessari, considerata la sua complessità e gli approfondimenti che si sono resi necessari strada facendo. E per arrivare a questo risultato è stata fondamentale la cooperazione tra tutti gli attori interessati”.

Mirella Vergnani, RUP dell'opera e Dirigente direzione idrografica Emilia occidentale di AIPo, ha ringraziato calorosamente tutti i suoi collaboratori tecnici e amministrativi e tutti i soggetti istituzionali che hanno collaborato per arrivare a questo obiettivo di fondamentale importanza. "E' stato un lavoro molto complesso e intenso, portato avanti grazie a un impegno corale e condiviso. La cassa del Baganza funzionerà coordinandosi con quella già esistente sul torrente Parma a Marano, che ha già svolto un ruolo fondamentale per la difesa idraulica della città. Nella progettazione è stata data grande attenzione anche agli aspetti ambientali, così come alla gestione del cantiere, temi sui quali c'è da parte di AIPo la massima disponibilità al dialogo e al confronto con le amministrazioni locali e le associazioni."

Le caratteristiche della Cassa di espansione del torrente Baganza

La cassa del Baganza sorgerà a circa 15 km a monte della confluenza del corso d’acqua con il torrente Parma, tra i Comuni di Parma, Collecchio e Sala Baganza. Occuperà un’area di quasi 9 ettari (8,6 ettari per la precisione) e potrà contenere fino a 4 milioni 700 mila metri cubi d’acqua. A circondarla, sono previsti circa 3 chilometri e 300 metri di argini dall’altezza crescente fino al massimo di 16 metri, nella parte più a nord.

L’invaso sarà composto da due comparti che entreranno in funzione in successione, a seconda della quantità d’acqua da invasare. Per la regolazione idraulica sono previsti in tutto tre manufatti in calcestruzzo: il principale sarà una diga dotata di quattro paratoie mobili che serviranno a governare la portata in uscita dal corso d’acqua, analogamente a quanto avviene per la cassa del torrente Parma.

Il progetto, dopo essere stato approvato in sede di Via, valutazione di impatto ambientale regionale, ha avuto l'approvazione della direzione generale Dighe del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili dopo il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Come previsto dalla normativa per le dighe, è stato perfezionato e testato su un modello fisico in scala 1:40 realizzato nel Polo Scientifico Aipo di Boretto (Re); sul modello sono state effettuate prove e verifiche con la supervisione scientifica del dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma.